ILARIA LEGANZA
POETICA VISIVA – FIGURAZIONI POSTMODERNE
Recensione a cura di Silvia Ranzi, Critica d’arte
Ilaria Leganza è una giovane artista di origine pugliese che si forma a Firenze in ambiente Accademico, con specializzazione in Arti visive e Linguaggi multimediali. Dal 2000 espone in numerosi spazi pubblici e privati in Italia ed all’estero, conseguendo significativi consensi di critica e pubblico per aver maturato un immaginario figurativo originale che spazia dalla tecnica pittorica a quella fotografica, fino alla progettazione di installazioni ”in side”. Il fulcro inspirativo della sua produzione artistica è da ricercarsi nell’approfondimento del rapporto intimo e sociale tra individuo e contesto abitativo nella dimensione postmoderna, realizzando inquadrature di esterni ed interni, stranianti sul piano esistenziale che si alimentano dell’interazione fra visionarie architetture urbane e figure anonime. Il ciclo di 80 opere pittoriche dal titolo “Vite alternative” 2010 – 2014 a tecnica mista su tavola – olio, acrilico, pastello e collage fotografico – delinea prospettive di un neo urbanesimo imperante che dialoga con personaggi tratti dalla vita reale, in equilibrio su metaforiche reti mediatiche nell’evocazione significante della fragilità e precarietà dell’esistenza, in sintonia con la storica filosofia poetica e fantascientifica dei film di A.Tarkovskij, di S.Kubrick e a tratti anche di Federico Fellini, registi da sempre amati dall’artista. I tempi dell’abitare sono indagati nelle sezioni dello spazio metropolitano verticalizzato, vissuto nell’incomunicabilità, intessuto dal sentimento di frustrazione di desideri e destini irrisolti. Nelle “Città dei fili”, come ama definirle la pittrice, attese e relazioni ingabbiate sono dominate dall’ipertecnologia e da un capitalismo avanzato che impone l’identità dei “non luoghi” transitoriamente e fortuitamente percorsi nei templi del consumismo, secondo la diagnosi intellettuale dell’antropologo francese Marc Augè. Le brillanti capacità grafico-disegnative costruiscono definite pianificazioni volumetriche con spiccato senso della ricerca prospettico-spaziale cui fanno da supporto i valori cromatici densi e pacati in assorte atmosfere metafisiche, animate da silhouettes decoupèes di figure di varia estrazione sociale alla ricerca di una propria individualità nella società di massa. L’artista, sensibile interprete del contemporaneo, dipinge con lirica ideazione landscapes globalizzati del vivere per riflettere sul confine labile tra reale e virtuale, naturale ed artificiale, evidenziando i labirinti introiettivi dei singoli nel dilagare dei social media, suggerendo la criticità di quella “solitudine multipla” nell’interconnessione sul web. L’intento di restituire dignità all’essere umano con le sue esigenze aggregative e di ripristino delle radici culturali negli usi e costumi propri dei luoghi di appartenenza, si esplicita quando l’attenzione di Ilaria Leganza si sposta sul binomio locale-globale nella rivisitazione di vecchie case intonacate di bianco, nel ricordo assolato dell’amata Puglia, che nella consunzione delle pareti murarie, realizzate sapientemente mediante l’apporto di stratificazioni cartacee, riportano la coscienza del fruitore all’importanza del culto delle tradizioni originarie pur nell’accettazione delle nuove sfide della modernità. Sullo sfondo di severe facciate di grattacieli si stagliano le tragittografie simboliche del cittadino cosmopolita, attivo superstite che tesse la possibile continuità tra conservazione ed innovazione. In ultima analisi, sulla scia del realismo americano alla E. Hopper, le forme di urbanizzazione rappresentate vengono dirottate su un registro surreale per tramutarsi in icone silenti di nuovi stilemi di vita metropolitana, ridisegnando i contatti tra le aspettative degli individui nella prossimità dello scambio esistenziale, dinnanzi alle insidie dell’ omologazione ed alienazione. La contiguità tra linguaggio pittorico ad imitazione del mezzo fotografico si rivela nei tagli moderni adottati dall’artista e nell’utilizzo di luminescenze al pari di flash fulminei sulla matrice dai cromatismi ora caldi ora artificiali. Ilaria Leganza dimostra determinazione nel dar voce ai nodi cruciali di una società industriale avanzata tra spinta tecnologica e cultura ecosostenibile, prediligendo un’esecuzione raffinata e poetica di scenografie dai toni riflessivi e d’animazione nell’esplorare figurativamente la relazione condizionante, ma vitale, tra persona ed esigenza di insediamento sul territorio nella mediazione-impatto che le forme architettoniche hanno sull’ambiente e l’esistenza dell’uomo nell’avvicendarsi delle epoche storiche.
Esperienze formative e professionali tra l’Italia e l’estero.
Dal 2000 in poi il percorso artistico di Ilaria L. prosegue, oltre la città di Firenze, per otto anni luogo di studio e di attività formative, dopo aver toccato numerose città italiane tra mostre ed eventi culturali, promossi da Enti ed Istituzioni pubbliche, anche in Germania e negli Stati Uniti, dove tutt’oggi è in corso una delle sue ultime mostre espositive dedicate alla pittura e all’illustrazione dal titolo ”Ballet Flats”, o ”Ballerine”. La storia personale dell’artista nasce però da un mondo ben più lontano e probabilmente più complesso di quanto la sua ultima espressione artistica non ci dimostri. Il suo grande interesse per le visioni urbane e metropolitane, che possiamo immediatamente evincere dall’intera produzione pittorica, dal suo primo periodo all’ultimo, dal ciclo delle ”Vite sui tetti” del 2001 a quello delle ”Citta’ di fili” del 2015, ha origine dallo studio e dalla ricerca della dimensione architettonica, antropologica e spaziale. A partire dalla sua principale dimensione espressiva, quella della pittura, l’artista si occupa anche di altre discipline, tutte indissolubilmente interconnesse, importanti non solo per impegno e passione ma anche perché principali fonti di lavoro: quella legata alla pedagogia per l’infanzia e quella della scrittura creativa. Nella prima l’artista, nel ruolo di educatrice, da sempre amante dei bambini, progetta e realizza laboratori didattici ed educativi per scuole e Musei d’arte, spesso in collaborazione con Organizzazioni Onlus e Associazioni locali, nella seconda cura e promuove raccolte di libri e cataloghi d’arte, personalmente creati, sia nel testo che nelle illustrazioni, con lo scopo di narrare e descrivere al meglio le proprie visioni artistiche, in maniera più fruibile e originale, attraverso l’associazione tra racconto e immagine. Tra i titoli delle sue recenti creazioni narrative possiamo nitidamente individuare il duro carattere della sua poetica, i toni spigolosi di un punto di vista tutt’altro che cieco, profondamente critico e attento alle problematiche presenti e future del mondo nel quale viviamo, a tratti provocatorio e sarcastico, in altri freddo e inflessibile, in altri ancora neutro e preciso come un fotoreportage di una condizione storica della quale dobbiamo prendere atto. Ricordiamo: ”Antenne di casa mia”, ”Vite alternative, dialoghi oltre confine”, ”Città labirinto, la nuova faccia della metropoli” . Ma la più alta qualità grafica e stilistica di Ilaria L. è certamente da attribuirsi al suo ultimo ciclo pittorico intitolato ”Case e case, lo spazio dell’uomo” nel quale si contano oltre 70 singoli elaborati, progettati nell’insieme di un installazione ”in side – nel luogo”, come in un gigantesco puzzle dove ad ogni combinazione la composizione finale cambia il suo senso e quindi l’identità stessa dell’ opera. Esposta in più paesi della Germania come in Hannover, Museo Künstlerhaus; in Merhum, Kunsthof; in Wunstorf, galleria Winkelmann; in Amburgo, Istituto Cultuale Italiano, continua tutt’oggi a viaggiare tra gli spazi di altre sedi, in questo caso italiane, come quelle di recente esposizione della Fondazione A. Berti di Sesto Fiorentino, della Galleria Merlino di Firenze, de Il Germoglio di Pontedera, della Galleria Rosso Cinabro di Roma, Galleria G 360 a Firenze. L’esperienza all’estero, in continua evoluzione, resta ancora oggi aperta a nuovi progetti espositivi, dirigendosi verso gli Stati Uniti dove, al termine della mostra in corso, l’artista intende proseguire. Come in ogni avventura che si rispetti anche nella storia dell’arte e, con questa si intenda ora quella contemporanea, esiste un inizio e un avvenire, mai una fine. E’ questo quello che auguriamo a qualunque artista o grande sognatore abbia la forza e la volontà di seguirla.
POETICA VISIVA – ICONOGRAFIA DELL’IMMAGINARIO
RECENSIONE A CURA DI VIRGINIA BAZZECHI GANUCCI CANCELLIERI, STORICA E CRITICA D’ARTE.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust). Da sempre oggetto di un fascino indagatorio, il viaggio ha dato vita a plurime visioni nell’immaginario umano. Questo perché l’uomo è in realtà naturalmente e perennemente in “transito”, attraverso spazi e stagioni della vita, in un continuo avvicendarsi di congedi e nuovi inizi. Nelle vesti di una viaggiatrice urbana, Ilaria Leganza si avventura quindi tra i meandri dell’esistenza dell’uomo contemporaneo e fa dell’iconografia architettonica e degli spazi urbani, il centro della propria riflessione critica ed artistica. Pittrice di origine pugliese, Ilaria Leganza si dedica con passione e dedizione all’esercizio dell’arte. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, consolida la propria tecnica attraverso lo studio costante e la sperimentazione di medium differenti. Contestualmente all’attività artistica, gli ultimi anni hanno visto l’artista impegnata in fruttuose collaborazioni con alcune case editrici per l’illustrazione di libri per adulti e bambini e nella didattica dell’arte, come progettista. L’intensa pratica e le diverse esperienze portano dunque alla definizione di una cifra stilistica colta e ben definita, ma mai rigida o stereotipata poiché risulta sempre arricchita da una innata sensibilità e profondità d’animo.
Ilaria Leganza dà vita a composizioni originali, sorprendentemente stranianti ed accattivanti, dal registro sdrucciolevole e cangiante. Nelle sue visioni artistiche prendono infatti forma luoghi dalle architetture complesse e dalle atmosfere sospese che germogliano sotto la spinta di un rigore costruttivo ed edificatorio. Un linguaggio pittorico quindi, dove la grande padronanza dei mezzi tecnici non scade mai in un semplice sfoggio di virtuosismi prospettici e compositivi, ma diventa puro viatico per dar origine ad un universo fatto di gabbie prospettiche serrate ed asettiche che accolgono rare presenze umane. Le architetture dell’artista pugliese rinunciano ad ogni capriccio estetico, in favore di una raffinatissima operazione di sottrazione che esalta una volumetria semplice, ma al tempo stesso incombente, la cui grandiosità è spesso accentuata dall’uso di tinte scure e terrose. La potente struttura dei palazzi, simili a cattedrali laiche, esprime un’energia costruttiva che contrasta l’asprezza dell’immagine, diventando il segno da un lato della persistenza della materia, dall’altro della ritrovata capacità di costruire la forma. È, anzi, l’emblema stesso del costruire, nel senso più ampio del termine: un costruire sentito come un imperativo categorico, come un compito etico. Nelle sue opere le diverse ascendenze ed il “richiamo” ad altri artisti diventa non una citazione, ma piuttosto una continuità creativa, la quale non può che generarsi sulla somma e sulla metabolizzazione organica dei linguaggi forti della storia dell’arte. L’artista accoglie e rielabora in maniera estremamente personale ed originale suggestioni differenti, come lo spaesamento delle periferie urbane di Sironi¸ oppure l’immobile chiarezza delle forme metafisiche di De Chirico o la lucida e quasi impersonale oggettività del realismo americano; mentre nelle linee ardite, come negli slanci intrisi di una prorompente energia interiore, vi possiamo leggere una audace traduzione pittorica dei progetti costruttivisti dell’avanguardia russa. La pulsione creativa si nutre quindi di attenti riferimenti e stimoli differenti, in una ricerca ininterrotta che porta a stesure ora metafisiche, ora surreali di grande fascino. In queste atmosfere permeate da un senso di vastità, di smarrimento e, nel contempo, di grande liricità, l’artista inserisce esili figure découpe che ora immobili, ora attonite ed ora invece in bilico precario su sottili fili sospesi, diventano emblema di una umanità che sembra non essere più padrona del proprio spazio e del proprio tempo. Questo effetto di straniamento e di incomunicabilità relazionale non è solo alluso o simbolicamente evocato, ma diventa concreto ed evidente anche nell’utilizzo di media differenti; è il caso degli inserimenti di papiers collés per le silhouette umane che creano un forte contrasto, una distonia che però non intacca mai l’eleganza formale e compositiva dell’opera. Quelli di Ilaria Leganza non sono dunque semplici spazi urbani ideali, ma un vero e proprio osservatorio sulla realtà contemporanea.
Con determinazione e con una analitica lucidità che rispecchia il nitore delle sue fabbriche architettoniche, l’artista denuncia infatti le drammatiche conseguenze di una imperante globalizzazione che, tra le accelerazioni ipertecnologiche e ed il consumismo di una cultura sempre meno ecosostenibile, ha spinto irrimediabilmente la società nella “selva oscura” di un interminabile presente distopico. Le atmosfere rarefatte ed essenzialmente spiazzanti, gli spazi inospitali dalle architetture scarne ed incombenti, accentuate da una cromia ridotta a tonalità neutre o a palette di terra e fumose, esprimono pienamente la desolazione di una modernità che sembra negare ogni forma di dignità dell’essere. In un mondo che l’uomo si illude di aver creato lui stesso e di aver plasmato a suo piacimento, per paradosso, ne diventa così l’intruso, l’ospite indesiderato. Se è vero che l’inadeguatezza che si percepisce rende questi spazi metropolitani difficilmente attraversabili, è altresì vero che le reti sospese nei dipinti possono trasformarsi in relazioni trasversali capaci di aprire nuovi ponti semantici, di stimolare nuovi movimenti e ricollocazioni. Le cose sospese sono infatti per loro natura “dinamicamente instabili”: per evitare la caduta nel vuoto ci inducono a muoverci, seguendo traiettorie nuove ed inaspettate, appartenenti non più al registro della realtà fisica, ma a quello di un mondo trascendente. In una metafisica che “tange sempre di più l’abitare lo spaesamento” (Chiara Torrente, 2015), gli unici percorsi possibili e che garantiscono un riscatto, diventano dunque quelli interiori e non più quelli interni degli spazi urbani.
Le opere di Ilaria Leganza sono come affascinanti misteri da scoprire al di là del dato figurativo, vere e proprie sciarade ricche di dettagli, che suggeriscono all’osservatore uno straordinario viaggio; un percorso che da reale ed urbano diventa d’introspezione, all’interno della dimensione rarefatta della nostra coscienza; un viaggio che ci conduce fuori della “natural burella” infernale degli inganni dell’omologazione ed alienazione, per riuscire nuovamente a “riveder le stelle” oltre quei fili tesi di desideri inespressi e di destini insoluti.
CURRICULUM ARTISTICO
PROFESSIONE
Docente Istruzione secondaria di secondo grado in pittura e grafica
Illustratrice per l’editoria
Progettista per la didattica dell’arte
FORMAZIONE
2004 – Diploma in arti visive, Liceo Artistico Ciardo, Lecce.
2010 – Laurea specialistica in linguaggi visivi e multimediali, Accademia di Belle Arti, Firenze.
2011 – Master di II livello in Arti visive presso LABA, Firenze.
2018 – Master di I livello in ‘’metodologie didattiche, psicologiche, antropologiche, teoria e metodi di progettazione’’, Università Dante Alighieri, Reggio Calabria.
2017 – Master di I livello in ‘’aspetti pedagogici nelle discipline artistiche negli insegnamenti artistico-musicali della scuola secondaria’’, Accademia di Belle Arti, Agrigento.
2019 – Diploma perfezionamento in Arteterapia, C.R.E.T.E, Centro ricerca europeo terapie espressive.
PROGETTI ESPOSITIVI
2023 – Esposizione di pittura, Casa di Dante, Firenze;
2023 – Premio Mario Conti (sezione pittura), Sala del 500, Palazzo Vecchio, Firenze;
2023 – Personale di illustrazione per l’editoria ‘’MINI STRANGE CHARACTERS’’, Biblioteca Luzi e Pieraccioni, Firenze;
2023 – Personale di illustrazione per l’editoria ‘’MINI STRANGE CHARACTERS’’, Biblioteca Bandini, Firenze;
2023 – Collettiva di pittura ‘’Simboli, segni, sogni’’, Palazzo Priuli Bon, Venezia;
2023 – Personale di illustrazione per l’editoria ‘’CASE e CASE’’, Biblioteca delle Oblate, Firenze;
2023 – Personale di illustrazione per l’editoria ’’CASE E CASE’’, Biblioteca San Giorgio, Pistoia;
2023 – Collettiva ‘’Inquadra un libro’’, Villa Vicini, Zoagli (GE);
2019 – Collettiva ‘’Vedo quadro’’, Fornace Psquinucci, Capraia fiorentina (FI);
2018 – Collettiva di pittura ‘’Pinocchio al Pinocchio’’, Casa culturale San Miniato Basso, (PI);
2018 – Personale di pittura ‘’CASE E CASE’’, Spoleto Arte, Crypt gallery, Londra;
2017 – Collettiva di pittura ’’Art corner’’, Biblioteca San Giorgio, Pistoia;
2016 – Collettiva d’arte‘’ Mostra internazionale dell’artigianato’’, Fortezza da Basso, Firenze;
2016 – Collettiva di pittura ‘’Via Crucis’’, Chiesa di Santa Maria a Novoli, Firenze;
2015 – Personale di illustrazione ‘’ARTE EXPO 2015’’, Museo Scalvini, Desio (MB);
2015 – Collettiva di pittura ‘’Gemellaggio d’arte’’, Palazzo Panichi, Pietrasanta;
2014 – Personale di pittura ”Dance DFlats ”, School Dance Cavise, Mamaroneck, New York;
2014 – Personale di pittura ” CASE E CASE”, Galleria Frank Winkelmann, Wunstorf, Germania;
2014 – Personale di pittura ”Case e case, lo spazio dell’uomo”, Istituto Culturale Italiano, Amburgo;
2014 – Progetto espositivo ‘’Dal corpo alle città’’, Fondazione Antonio Berti, Sesto Fiorentino;
2014 – Personale di pittura e illustrazione ”Tra tetti e cielo”, Galleria Rosso Cinabro, Roma;
2014 – Personale di pittura, concorso ”Sinfonia della menzogna”, Galleria il Germoglio, Pontedera;
2014 – Collettiva di pittura ” Immagini di giustizia”, Kunstlerhaus, Hannover, Germania;
2014 – Progetto Libro opera nell’era digitale ”2000 Case ”, Palazzo dei Beccai, Accademia delle Arti del Disegno, Firenze;
2014 – Progetto Libro opera nell’era digitale ”2000 Case ”, Museo Arte contemporanea Luigi Pecci, Prato;
2013 – Personale di pittura ”Metropoli di notte’’, Feltrinelli Point, Arezzo;
2013 – Personale di pittura ”Più in alto” presso spazio espositivo Kunsthof Merhum, Germania;
2013 – Personale di pittura ”Oltre tetto” presso spazio espositivo Incontro, Hannover, Germania;
2013 – Collettiva di pittura ” Vite alternative” presso Galleria G 360, Firenze;
2013 – Progetto ”Kabinart – la casa uovo”, Parco d’arte Pazzagli, Firenze;
2013 – Personale di pittura ”To see” presso Hotel Cellai, Firenze;
2013 – Personale di grafica ”Metropoli di notte” presso Libreria Feltrinelli Point, Arezzo;
2013 – Collettiva di pittura e installazione ”Io rottamo e tu ?”, Chiesa dei Barnabiti, Firenze;
2013 – Personale di pittura ” 33 giorni a Reggio Emilia”, presso spazio espositivo N (privato), Reggio Emilia;
2011- Progetto installazione ”OSTE”, a cura della LABA (Libera Accademia di Belle Arti ), Firenze;
2011- progetto di pittura” Domus Manifesta”, Spazio espositivo Filanda, Comune di Loro Ciuffena, Arezzo;
2011- Collettiva di pittura ”Domus Manifesta”, Museo Venturino Venturi Manifesta, Loro Ciuffena, Arezzo;
2011 – Collettiva ”Estate arte CLM 2010”, Torre di Santa Sabina, Carovigno, Bari;
2010 – Collettiva ”Start point”, spazio collezione Museo d’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato;
2010 – Colettiva ”Arte giovane”, promosso dal gruppo Donatello, Quartiere 4, Comune di Firenze;
2010 – Personale di pittura ” Case e case, gli spazi dell’uomo”, galleria Il germoglio, Pontedera;
2010 – Personale di pittura ”Le tre porte”, Comune di Firenze e Accademia di Belle Arti, chiostro di Villa Vogel, Firenze;
2010 – Collettiva di pittura ”La terra ha bisogno degli uomini”, Reggia di Caserta;
2010 – Progetto di grafica d’arte, mostra di pittura ”I fantasmi di Scano Boa 2009”, Comune Porto Tolle e Accademia di Belle Arti, Castelmassa;
2009 – Collettiva ”Mercantia”, Palazzo Pretorio, Certaldo;
2009 – Progetto artistico ”I fantasmi di Scano Boa 2009”, esposizione di grafica, spazio ”Ex pescheria”, Rovigo;
2009 – Progetto artistico ”Il tempo dell’ulivo”, patrocinio del Comune di Cerreto di Montignoso, Massa;
2009 – Collettiva di pittura ”OLTRE”, galleria ”Pergola arte, Firenze;
2009 – Progetto artistico ”Libri d’artista”, a cura dell’Accademia di Belle Arti (Fi), Biblioteca Nazionale, Chiesa delle ex Leopoldine, Firenze;
2008 – Personale di pittura ”I silenzi dello sguardo”, spazio espositivo Villa Bandini, Firenze;
2008 – Collettiva ”L’arte e la donna”, Villa Bandini, Firenze;
2008 – Personale di pittura ”Lo sguardo”, Teatro Arena Cinecittà , Firenze;
2008 – Collettiva ”Natività”, a cura dell’Accademia di Belle Arti (Fi), Auditorium Diocleziano, Lanciano;
2008 – Collettiva di pittura ”Arte Toscana”, Sede storica del Palajo di Parte Guelfa, Firenze;
2008 – Collettiva ”Expo arte” (Fiera del Levante), Bari;
2007 – Collettiva ”Ricognizione”, spazio espositivo AAB, Brescia;
2006 – Collettiva ”Culture a confronto d’arte”, Centro Buddista Kaikan, Sesto Fiorentino.
ARTICOLI E CATALOGHI
FIRENZE INSOLITO – Art. 26-05-2013 – Scarica
FIRENZE FUTURISTA Art. 01-10-2013 – Scarica
INTERCULTURALITA’ Art. 04-12-2014 – Scarica
LA NOSTRA CARA FIRENZE Art. 09-10-2014 – Scarica
PUBBLICAZIONI
– CATALOGO ‘’VIA CRUCIS’’ , Tipografia Bandecchi e Vivaldi, Pontedera, 2020.
– RIVISTA D’ARTE ‘’ LA TOSCANA NUOVA’’ Editore, 2003.
– CATALOGO’’ SPOLETE ARTE’’, Edizioni Promoter Arte, 2018.
– CATALOGO ‘’LE AVVENTURE DI PINOCCHIO’’, Editore Veronica Santoli, 2017.
– ‘’CATALOGO DELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA’’, Cairo Editore, 2014.
– CATALOGO ‘’I FANTASMI DI SCANO BOA’’, Fondazione Cassa di risparmio di Genova e Rovigo, 2013.
– CATALOGO ‘’TELE BIANCHE PER ALDA MERINI’’, Edizioni Pixart, Pontedera, 2011.
– CATALOGO ‘’RETROSCENA’’, Edizioni Graficart, Firenze, 2010.
– CATALOGO ‘’LA TERRA HA BISOGNO DEGLI UOMINI’’, Edizioni C. Cervai, Roma, 2010.
– CATALOGO ‘’START POINT ACCADEMIA IN MOSTRA’’, Tipografia Bertelli, Firenze, 2010.
– CATALOGO ‘’LA PERGOLA ARTE’’, Edizioni Grafik art, Prato, 2009.
– NATIVITA’ NELL’ARTE , Tabula Edizioni, Firenze, 2008.
– EXPO ARTE, Unione Tipografica, Bari, 2008.
– RICOGNIZIONE, Arti Grafiche Apollonio, Brescia, 2007.
– OLTRE, Libellula Edizioni, Firenze, 2005.